Il prezzo dell’elettricità sul mercato all’ingrosso nel giro di un anno è salito alle stelle e presto tutti ne avvertiranno gli effetti. Il costo dell’energia si è moltiplicato di almeno sei volte e anche le economie domestiche subiranno l’impatto di un’evoluzione che, finora in Svizzera, ha toccato soprattutto i grandi consumatori e le aziende di distribuzione. Ma queste, entro poche settimane, dovranno depositare le tariffe per il 2023 e di certo il costo del chilowattora per i privati e le piccole aziende aumenterà. Di quanto non è ancora dato sapere, ma qualche indizio già c’è. L’Azienda elettrica ticinese (AET) e l’Aziende industriali di Lugano (AIL) parlano di uno scostamento da 60 a 300 franchi al megawattora per l’energia acquistata sul mercato.

Negli ultimi giorni, in una situazione di grande incertezza, sul mercato a termine i prezzi sono arrivati a quasi 350 franchi per i contratti annuali del 2023. Alcuni grandi consumatori si sono visti presentare offerte per la fornitura del prossimo anno a più di 40 centesimi al chilowattora., Lo stesso chilowattora che oggi pagano meno di 10 centesimi (tasse e rete di trasporto escluse).

La ripresa economica post Covid-19 in tutta Europa ha visto salire il consumo di elettricità del 4,3%. Ma l’impennata dei prezzi si spiega anche con la messa fuori servizio di 20 centrali nucleari francesi e con lo scoppio della guerra in Ucraina. Tutto il settore energetico è in fibrillazione. Inoltre, come confermatoci dall’AET, al sud delle Alpi si aggiungono le preoccupazioni per la produzione idroelettrica, fonte primaria di elettricità in Svizzera (58%), che è stata messa a dura prova dalla siccità persistente dello scorso inverno.

Le aziende di distribuzione che dispongono di propri impianti di produzione possono però, almeno in parte, mitigare gli effetti dell’evoluzione a livello europeo e nazionale. E alcune possono ancora beneficiare di forniture legate a contratti firmati quando i prezzi erano ben diversi da quelli odierni. In generale, quanto maggiore è la quota di produzione propria di un’impresa di fornitura e quanto maggiore è la quota di energia acquistata sul mercato a lungo termine, tanto minore sarà l’aumento dei prezzi dell’energia. La BKW, per esempio, ha già reso noto che nel 2023 i suoi clienti pagheranno la corrente allo stesso prezzo del 2022 grazie alla produzione dei propri impianti.

L’incremento del costo dell’elettricità (una delle componenti principali del costo totale della corrente) si riverserà inevitabilmente sulle fatture delle economie domestiche. Nessuna azienda tra quelle che abbiamo interpellato si sbilancia. Per sapere a quanto ammonterà precisamente l’aumento si dovrà quindi aspettare l’inizio di settembre quando saranno pubblicate le tariffe decise dai fornitori e presentate alla Commissione federale dell’energia elettrica (ElCom). Questa (a giugno) sulla base di un sondaggio già prevedeva un aumento del 47% circa (ponderato) delle tariffe energetiche. Un mese fa però il megawattora costava (come verificabile tramite i rapporti settimanali sul mercato a termine e quelli sul mercato spot) attorno ai 180-200 franchi. All’incirca la metà di oggi. L’AET che fornisce le aziende distributrici ticinesi non è ottimista: “In assenza di cessazione del conflitto armato in Ucraina, ben difficilmente si potrà assistere ad un allentamento dei prezzi”.

 

www.rsi.ch – 10/07/22

Per leggere l’articolo dalla fonte: clicca qui.

Share this post: