Se è dal 2017 che la fetta più grande della nuova capacità di generazione elettrica nel mondo viene da eolico e fotovoltaico, nel 2021 queste due fonti rinnovabili hanno toccato un nuovo record: pesano per tre quarti dei 364 GW della nuova potenza installata.
Per la prima volta, poi, l’anno scorso oltre un decimo del fabbisogno elettrico mondiale è stato coperto da eolico e fotovoltaico, anche se allo stesso tempo sono aumentate sia la domanda elettrica che la produzione da carbone e, quindi, le emissioni, per la ripresa economica post pandemia.
I dati sono stati diffusi da Bloomberg NEF (BNEF) nei giorni scorsi che ha stimato che, con quasi 3.000 TWh di elettricità prodotta, eolico e solare hanno rappresentato il 10,5% della generazione globale del 2021. Il contributo dell’eolico è salito al 6,8%, mentre il fotovoltaico si è attestato al 3,7%.
Dieci anni fa, queste due tecnologie combinate rappresentavano molto meno dell’1% della produzione totale di elettricità.
BNEF ricorda anche che un quarto della produzione dell’anno scorso è arrivato da idroelettrico e nucleare; contando tutte le fonti low carbon, il 39% di tutta l’elettricità generata nel 2021 non ha prodotto emissioni dirette.
“Le rinnovabili ormai sono la scelta predefinita per la maggior parte dei paesi che cercano di aggiungere o addirittura sostituire la capacità di generazione elettrica”, ha affermato Luiza Demôro, responsabile Transizioni energetiche di Bloomberg NEF. “Ciò non è più dovuto a obblighi o sussidi, ma semplicemente perché queste tecnologie sono spesso le più competitive in termini di costi”.
Il solare FV ha continuato a crescere a un ritmo particolarmente intenso nel 2021, sia in termini di nuove aggiunte di capacità che di nuovi mercati. L’energia solare ha rappresentato quasi la metà di tutta la potenza aggiunta nel 2021 nel mondo con 182 GW, e la sua produzione per la prima volta ha superato i 1.000 TWh.
Il fotovoltaico è inoltre è sempre più diffuso nel pianeta: in quasi la metà di tutti i paesi monitorati da BNEF in cui è stata aggiunta una certa capacità, il solare è stato la prima fonte in termini di volume. E oggi 112 paesi hanno installato almeno un MW di potenza FV.
Nonostante gli incredibili progressi compiuti dalle fonti rinnovabili, il rapporto “Power Transition Trends” di BNEF mostra bene l’enorme lavoro che resta da fare per affrontare la sfida climatica. Con la ripresa post Covid-19, la domanda di elettricità è aumentata del 5,6% su base annua, mettendo a dura prova le infrastrutture esistenti e le catene di approvvigionamento dei combustibili fossili.
Una produzione inferiore al previsto dagli impianti idroelettrici e i prezzi più elevati del gas naturale hanno anche contribuito a riportare in auge le centrali a carbone in diversi mercati.
La produzione elettrica da carbone, infatti, ha stabilito un record balzando dell’8,5% dal 2020 al 2021 (+750 TWh su base netta), per un totale di 9.600 TWh. Oltre l’85% di questa generazione elettrica è peraltro venuto da soli 10 paesi; Cina, India e Stati Uniti da soli rappresentano il 72% del totale.
Si continuano a costruire nuove centrali a carbone, anche se il ritmo sta comunque rallentando: nel 2021 sono stati completati 13 GW di nuova potenza alimentata da questa fonte fossile, rispetto ai 31 GW del 2020 e agli 83 GW del 2012.
Il risultato non poteva che essere un aumento delle emissioni di CO2: +7% a livello globale dal settore elettrico nel 2021 sul 2020, con un nuovo massimo a 13.600 mega tonnellate di CO2, secondo la stima di BNEF.
Giulio Meneghello – QualEnergia, – 26/09/22
Per leggere l’articolo dalla fonte: clicca qui.